Francesco Lamon e Davide Plebani sono da poco rientrati dall’avventura ai Campionati del Mondo Pista di Pruszkov (Polonia). Plebani si è aggiudicato la medaglia di bronzo nell’inseguimento individuale mentre Lamon ha mancato per un soffio il bronzo nel chilometro. Li abbiamo incontrati e ci siamo fatti raccontare qualche retroscena, ecco cosa ci hanno detto.

Davide, prima medaglia nella specialità dell’inseguimento individuale. Arrivata forse inaspettatamente…

In realtà io ci ho sempre creduto. Agli Europei U23 avevo fatto un buon tempo ed ero consapevole che avrei potuto dire la mia anche al Mondiale. La condizione c’era, ce l’ho messa tutta e vincere la medaglia di bronzo è stata un’emozione unica, incredibile.

Qual è la prima cosa a cui hai pensato quando hai visto di esserti aggiudicato il terzo gradino del podio mondiale?

Ho pensato: finalmente! E’ stato un sogno che si è realizzato e spero sia il primo di tanti.

Quanto è importante la componente mentale per vincere una medaglia? Come riesci a gestire l’ansia della gara?

E’ molto importante. L’ansia, naturalmente, è alle stelle. Io sono fortunato perché mi trovo molto bene con i compagni di squadra. Nella giornata della gara sono stato con loro e con lo staff. Parlare con persone dell’ambiente, che conoscono il tuo stato emotivo e ti sanno dare i giusti consigli aiuta molto ad arrivare al momento decisivo con la carica che serve.

Il tuo prossimo obbiettivo in pista?

Il prossimo obbiettivo sono gli Europei.

E l’obbiettivo su strada con la maglia della Arvedi cycling?

Sono convinto di poter fare molto bene anche su strada, basta impegnarsi e avere ben chiaro dove si vuole arrivare. Punterò ai risultati nelle gare ondulate, che sono più vicine alle mie caratteristiche.

Francesco, mondiale un po’ sfortunato per te a causa della caduta a pochi secondi dall’inizio della prova di quartetto maschile. Come hai affrontato la delusione e trovato la grinta per ripartire?

Resterà sicuramente un brutto ricordo, uno di quelli che lascia l’amaro in bocca. Con il team avevamo preparato il quartetto alla perfezione ed eravamo convinti di poter arrivare all’argento. Cadere e compromettere, di fatto, la riuscita della prova mi ha un po’ destabilizzato. E’ stata sfortuna, non potevo fare nulla per evitarlo ma mi sentivo comunque responsabile. Devo ringraziare i miei compagni e il C.T. Marco Villa che mi hanno subito spronato a reagire e a lasciarmi il tutto alle spalle. Diciamo che mi sono semplicemente rassegnato e mi sono focalizzato sulla prova successiva, con una fortissima voglia di riscatto nel quartetto alla prima occasione.

Nel Chilometro, infatti, ti sei ripreso alla grande. Hai ottenuto il record italiano e hai sfiorato la medaglia di bronzo, nonostante non sia la tua specialità. Soddisfatto? Ora si parla di te come uomo di riferimento nel chilometro, per l’Italia, pensi di dedicare più energie anche a quello?

Sono contento di essermi in parte riscattato e di aver fatto bene in una specialità che non è esattamente la mia. La priorità resta il quartetto ma sarò ben felice di cimentarmi ancora nel chilometro e cercherò di migliorarmi ulteriormente anche in quello.

Prossimo obiettivo per quanto riguarda la pista?

Il prossimo appuntamento sono i Giochi Olimpici Europei a Giugno, che però non contano per il punteggio in vista delle Olimpiadi.  Il primo vero obbiettivo, in questo senso, sono i Campionati Europei ad Ottobre. In quell’occasione cercherò il riscatto definitivo e cercheremo di recuperare i punti persi al Mondiale.

A breve esordirai anche su strada con la maglia Arvedi cycling. Obbiettivi particolari?

Si, la mia prima gara sarà la Popolarissima, tra una decina di giorni. Mi sono preso una settimana di riposo, per staccare un po’ dopo un inverno impegnativo in cui non mi sono mai fermato e conto di partire carico anche su strada. Il mio obbiettivo principale è quello di aiutare i miei compagni di squadra e permettere che si mettano in evidenza nelle volate. Siamo un bel team, in tre gare abbiamo già ottenuto 2 podi e siamo la squadra con maggiori piazzamenti tra i dieci, nonostante l’organico di soli sei atleti. Sono convinto che potremo fare molto bene.